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domenica 22 marzo 2015

Sono una studentessa ed una ragazza normale, come tante altre, e ho fatto una cosa semplice: ho aperto gli occhi.



Sono una studentessa ed una ragazza normale, come tante altre, e ho fatto una cosa semplice: ho aperto gli occhi.
Da studentessa, mi sono resa conto che se voglio investire ed occuparmi del mio futuro, non posso dedicarmi solamente allo studio, ma partecipare attivamente alla vita politica della mia terra.
L'istruzione in Italia sta calando visibilmente. Basta dare uno sguardo ai dati e fare ricerche per vedere quanto il tasso di preparazione sia in declino.
Sempre meno persone sono in possesso di un titolo di studio elevato (l'Italia è ultima in Europa,con il suo 22,4% del 2013, per numero di laureati ed è la quinta per abbandoni scolastici, con il suo 17%) e questa è una realtà che sto verificando di persona.
Sembra quasi che l'unico modo di trovare una occupazione soddisfacente, nell'ambito che più piace, sia di andare all'estero. Poiché non c'è più un collante tra il mondo dello studio e quello del lavoro, noi studenti siamo costretti ad emigrare.
Io però voglio restare qui, nella mia terra e vicina ai miei affetti. Ho capito che l'unico modo di restare è lottare.
Ho avuto la fortuna di incontrare una comunità di persone che la pensa come me, che vuole riportare la normalità nelle istituzioni. Mi hanno dimostrato che il cambiamento è possibile con impegno e perseveranza.
Solo così possiamo tornare ad essere terra di primati, dare valore alle nostre eccellenze come la Federico II di Napoli celebre per essere la più antica università laica e statale del mondo.
Come studente so quanto lo studio gravi economicamente sulle famiglie ed è per questo che una iniziativa concreta, come il trasporto gratuito per gli studenti, sia già una piccola rivoluzione per garantire a tutti il diritto allo studio. Io ci credo.


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