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mercoledì 30 novembre 2016

‘A LIVELLA REFERENDARIA


Quest'anno, il quattro dicembre,
ci sarà l'usanza, per il popolo italiano, 
di votare il referendum.
Ognuno l'adda fà chesta crianza,
ognuno adda tené chistu penziero.
Quest'anno, in questo giorno,
di importante ricorrenza,
anch'io ci andrò, per sbarrare il NO
con impavida veemenza.
Cert stu vot é diventat 'navventura.
Madonna! Si ce penzo, e che bruttura!
Ma anima e coraggio,
alla faccia di chi ci narra di un tragico presagio.
'O fatto è chisto, statemi a sentire.
Guardavo tomo tomo, il mio televisore,
buttando un occhio a qualche trasmissione.
"Qui si rischia l'involuzione 
e di buttar per l'aria i veri cambiamenti", 
gridava il Presidente, bello spaparanzat, 
ncopp a na pultron, di una delle reti preminenti.
Che assurdità! 'Ncapo a me penzavo.
Chissà si all'atu munno,
chi ha scritt a Costituzione,
se sta turcenn a panz ed ogni articolazione.
Mentre fantasticavo stu penziero,
s'era ggià fatta quase mezanotte,
e pront me cuccaie, ca sveglia ncopp e l'otte.
Tutto a 'nu tratto, che veco 'a dint o scur?
Doje ombre avvicenarse 'a parte mia.
Penzaje: stu fatto a me mme pare strano, 
stongo scetato, dormo, o è fantasia?
Ate che fantasia, eran duie padri e
l'assemblea costituente, Alcide e Benedetto.
Int 'a stu fatto i' nun ce veco chiaro,
cu tanta governant,
venen addu me ca nun cont neint.
Putevano sta' 'a me quase 'nu palmo,
quanno 'Alcide me sussurr:
"Giovanotto non ti meravigliare della
nostra presenza, se siamo qua e perché
si é passata l'indecenza".
E' vero, proseguí Benedetto,
quello che é stato fatto?
E' chi l'avrebbe detto.
Ma o vulit capí co problem e stu paese
nun é a Costituzione,
ma più semplicemente o ntrallazz e a corruzione.
A Costituzione é na cosa seria.
Perciò, sentit a nuie, nun facit assaie e restiv, 
sta riform, nun é chell ca c'è vò, 
sti pagliacciate lasciammel e Si , 
nuje simmo serie, appartenimmo o NO!"


mercoledì 23 novembre 2016

La Costituzione secondo i Padri Costituenti




Calamandrei e Foa seduti ad una scrivania alle prese con la scrittura. Calamandrei, ha il viso appoggiato sulla sua mano e sonnecchia, mentre Foa è concentrato sul foglio, con la penna in mano. Foa dà una gomitata a Calamandrei.
F: oh, dai che dobbiamo finire l’articolo 70….
C: Vittorio, si lavora da stamane mattina, s’è fatto notte anche ieri, è notte pure adesso, ora riposiamoci un momento!
F: Piero, non possiamo riposarci, lo sai che importante. Pensa ai nostri fratelli morti per la libertà!
C: allora dai, Dove s’era rimasti?
F: Dunque, ti dicevo che 9 parole sono ancora troppe, e forse così è ancora troppo complesso. Lo sai che Il testo deve essere semplice, chiaro e comprensibile a tutti, anche a un bambino!
C:Ma più comprensibile di cosi! “La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere”.
F: No,no, più semplice, più semplice e con meno parole. Ascolta: “Le leggi sono fatte dal popolo”.
C: E dai pure tu non esagerare, ti sei proprio fissato! E' una repubblica parlamentare, ci sono degli eletti che fanno le leggi per conto del popolo, mica puoi portare tutto il popolo italiano in parlamento a fare le leggi, oh son quasi venti milioni…
F:Lo so, ma io vorrei che fosse chiaro il concetto che è il popolo che decide le leggi! Rafforziamo, rafforziamo il concetto!
C: e dai, faranno le leggi che vuole il popolo, sono eletti dal popolo! Noi tocca solo specificare che son fatte da due camere.
F:Si Piero, ma chi lo sa se fra 50, 60, che so, 70 anni, in parlamento saranno eletti ancora tutti galantuomini? Che faranno davvero ciò che vuole il popolo? Chi lo sa?
C:Ma che stai dicendo? L’abbiamo scritto apposta nell’art 1 no? “La sovranità appartiene al popolo”. Ora per quanto possano essere diversi, vuoi che vengano meno proprio al primo articolo della costituzione?
F: Beh effettivamente...
C: E’ compito dello stato rimuovere tutti gli ostacoli che impediscano il pieno sviluppo della persona umana, quindi dare lavoro a tutti, dare la scuola a tutti, dare una giusta retribuzione a tutti…
F: giusto! Dare dignità, a tutti… Sì Piero, hai ragione, per quanto potranno essere diversi tra 70 anni, è impossibile che trasgrediscano proprio l’art 1 della nostra Costituzione. La sovranità apparterrà sempre al popolo. Certo che… pensa se nel futuro riuscissero addirittura a trovare il modo per far votare le leggi a tutti i cittadini…
C: oh ma stai scherzando? Si va sempre più verso la democrazia! La tecnologia sta facendo cose impossibili, s’è scisso l’atomo, vuoi che non si trovi il modo di far fare le leggi direttamente al popolo? Lo troveranno, lo troveranno, mica faranno di nuovo fare le leggi a uno magari neanche eletto dal popolo! Oh Vittorio, ci si è appena passati!
F: e lo sappiamo bene! Per carità, scherzuma nen!
C: eh?
F: non scherziamo!
C: allora, cosa avevamo scritto? L'ultima era...?
F: ”La funzione…”
C: "..legislativa è esercitata collettivamente dalle due camere”. Più semplice di così!
F: e va bene, va bene.… ma per me son ancora troppe parole, neh…

fonte: http://www.beppegrillo.it


sabato 19 novembre 2016

DIFENDI LA COSTITUZIONE, Son la Costituzione, Figlio mio! Vota no!


Son la Costituzione
Adesso taci tu
che parlo io
Son la Costituzione,
Figlio mio!
L’aria del ’46 
di un popolo stremato
oppresso dal sangue della guerra 
mi concepì 
in grembo alla speranza
e in mani di pittore dotto 
la luce vidi il ‘48
Nel cuore mi dipinsero il dolore
del partigiano 
morto con onore
in bocca mi scolpirono parole
d’unità, giustizia e amore.
Negli occhi mi scalfirono la luce
e nella testa 
il segno indelebile
del duce.
Capelli lunghi
ghirlande di saggezza
a degna sepoltura 
ed in ricordo 
di chi
a capo calvo e chino
morì 
nudo 
dentro un campo di sterminio.
L’orrore videro i tuoi avi
miseria, fame e guerra
Ed io, 
rialzai al Ciel 
lo sguardo umano
del popolo italiano
L’ incoronai sovrano
Pace portai, democrazia
è tutto scritto 
chiaro
con rigore e con poesia.
Or tu,
venuto da vicino
chi sei per togliermi potere?
Mi logori la pelle
mi punti dritto al cuore
con il silenziatore
da bravo dittatore
Non è un vestito nuovo
che mi vuoi rifare
ma carta straccia farmi diventare
no…
non potrei mai perdonare…
una riforma hai sentenziato
togliendomi persino il fiato.
Non credo che la gente sia incosciente
Il guaio
è che non sa
è che non legge
Non merito un confronto
tra quel che dici vecchio 
e quel che chiami nuovo
prima di sentenziare che io muoio?
Magari uno televisivo
o di un giornale attento al cambiamento
la libertà di stampa comandai
e non fui certo io
che la cambiai
No, non son conservatore
avrei bisogno di più ore
per difenderne il valore.
La mia bellezza è da più parti contemplata
ed in più luoghi menzionata
a salvaguardia di chiunque sia
A difesa di diritti 
di giustizia e democrazia 
Or tu, 
invece di cambiarmi
amami 
e impara a rispettarmi!
Non son io da operare
in questa sala operatoria
e poi da chi?
da chirurghi senza gloria!
Fermati, 
anche tu sei figlio mio,
l’Italia libera
la feci io!
Attenta, o bella amata
che con la mia agonia
mi porto via
ogni democrazia.
(A.V. 2 giugno 2016)
(rivisitata il 14.07.2016)

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