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lunedì 20 aprile 2015

Vicenda Whirpool, Di Maio: 'Mi sono rotto le scatole. Penali a chi non rispetta accordi'



Lo Stato non sta facendo nulla per gli operai di Whirlpool. E' quanto affermato da Luigi Di Maio ai microfoni di Rainews a Caserta: "C'è un accordo sottoscritto dal governo italiano e da una grande multinazionale che si impegnava a tutelare e a salvaguardare alcuni posti di lavoro: questo accordo non si sta rispettando. Che cosa significa questo? Significa che alla fine il governo, che aveva firmato un impegno, non è più credibile agli occhi di queste persone". Queste persone, ha aggiunto il deputato del M5S, "hanno perso le speranze nei confronti della politica in generale, perché loro avevano la sicurezza di un accordo firmato dal governo che non si sta rispettando". Di Maio ha affermato la necessità di imporre penali alle aziende che non rispettano gli accordi: "Mi sono rotto le scatole di vedere ogni sei mesi operai che si ribellano perché davanti al governo le aziende avevano detto una cosa, e poi si prendono gioco del governo. È anche vero che ormai chi viene a fare gli accordi si siede ad un tavolo, sa che l'anno dopo si ritrova un altro presidente del Consiglio, magari non eletto dal popolo, e quindi se ne frega altamente si riversa sempre sulle condizioni dei lavoratori". 


CASERTA: WHIRLPOOL, LETTERA-APPELLO DI UNA BIMBA, PAPÀ NON GIOCA PIÙ. COMMOZIONE AI CANCELLI

«Da giovedì – dice Maria Rita, 8 anni, figlia di un addetto dello stabilimento – il mio papà è cambiato; non esce più di casa e non gioca più con noi. Poi ieri ha caricato in auto me le mie quattro sorelle e ci ha portato qui. Gli ho detto: ‘papà, ma questo non è il tuo lavoro, qui c’è solo tanta confusione. Prima dicevi che facevi le lavatrici, poi i frigoriferi e poi i piani cottura. Cosa devo rispondere ai miei amici quando mi chiedono tuo padre cosa fa?’ Lui mi ha risposto: ‘Maria Rita non lo sò». A queste parole la commozione è generale davanti ai cancelli cancelli. Maria Rita dal piccolo palco allestito dai manifestanti legge la sua lettera-appello; addosso una maglietta bianca con la scritta «Chi penserà a noi domani?». Maria Rita non è sola, sono decine i lavoratori presenti con tanti bambini. e la piccola continua: «Gli ho chiesto ‘Adesso non mangiamo più? Non ci porterai più alle giostre?’ Vi prego: io e le mie sorelle rivogliamo il nostro papà come prima, giocherellone».

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